lunedì 15 aprile 2013

Massaggi linfatici o linfodrenanti contro la cellulite




Chiamati anche massaggi drenanti, i massaggi linfatici costituiscono una tecnica piuttosto recente – e a dir la verità non molto conosciuta – che trova applicazione sia in ambito medico che in ambito estetico. L’obiettivo di questo tipo di trattamento consiste nell’agire su canali linfatici e linfonodi allo scopo di migliorare e agevolare il passaggio della linfa, sostanza fondamentale dell’organismo umano composta oltre che da acqua (per la maggior parte) anche dai macrofagi, delle cellule che assorbono gli agenti patogeni e gli scarti, e dai linfociti, elementi fondamentali per proteggere il corpo umano. La linfa si trova nei vasi sanguigni: da qui, poi, intraprende un percorso che la porta in tutto l’organismo, per raccogliere batteri e materiali di scarto dai tessuti. Una volta che ha accumulato tutte queste sostanze di rifiuto, la linfa si introduce nei canali linfatici, dove è, per così dire, “purificata”: a questo punto, può tornare nel circolo sanguigno ripulita, e proseguire nello svolgimento del proprio compito. Il massaggio linfatico, dunque, si compone di una serie di pressioni mirate il cui scopo è quello di favorire e stimolare il passaggio della linfa, e di conseguenza la trasmissione delle scorie ai canali linfatici. Mediante questa azione di manipolazione, in pratica, chi pratica tali massaggi è in grado di rimuovere o impedire la formazione dei punti in cui la circolazione linfatica ristagna, agevolando la fuoriuscita delle cellule immunitarie dai linfonodi: in questo modo, esse sono in grado di incrementare la capacità di difesa del nostro corpo. Appurata, dunque, l’importanza della linfa per l’organismo umano, risulta facile da capire il motivo per cui questa tecnica di massaggio, benchè nuova, stia diventando sempre più diffusa: il suo compito, infatti, è quello di favorire i processi di corretto mantenimento dei tessuti e di rinnovamento degli stessi, con vantaggi evidenti, ovviamente, anche per il resto dell’organismo.
Il massaggio linfatico, indicato spesso anche come linfodrenaggio manuale, nasce intorno agli anni Venti per opera di Emil Vodder, e costituisce una tecnica scientificamente riconosciuta per migliorare il benessere fisico e psicologico dell’individuo. In particolare, il concetto di drenaggio riguarda lo spostamento della linfa, liquido incolore che comprende, tra l’altro, anche grassi, proteine e Sali minerali, e che circola, oltre che nei vasi sanguigni, anche negli spazi interstiziali situati tra i tessuti. Le manipolazioni tipiche di questi massaggi devono essere lente, delicate ma ripetitive: tra l’altro, esse determinano un effetto anti-stress molto piacevole, perché vanno ad attivare il sistema nervoso parasimpatico, cioè quello da cui dipende il rilassamento. Attraverso un sistema appropriato di manovre, ovviamente codificate e opportunamente studiate, il professionista che pratica il massaggio linfatico permette di agevolare il passaggio linfatico dalle zone in cui il liquido si è accumulato fino a determinati punti di sbocco.
Attraverso il linfodrenaggio eseguito manualmente, il massaggio linfatico esercita un’azione disintossicante e drenante: pertanto, a esso bisogna ricorrere nel caso in cui un soggetto presenti la necessità di eliminare i liquidi in eccesso trattenuti, oppure scorie e tossine. Non solo: utilizzato in qualità di massaggio estetico, tale trattamento contribuisce a ridurre e a prevenire la cosiddetta pelle a buccia d’arancia, inestetismo che colpisce donne e uomini di qualsiasi età, dovuto a un eccesso di ritenzione di liquidi. Il massaggio drenante, infatti, oltre ai vasi linfatici stimola anche i vasi sanguigni: pertanto, a trarre un beneficio immediato è anche la circolazione del sangue, con vantaggi specifici soprattutto per la circolazione periferica, vale a dire quella connessa con il nutrimento della pelle. Regolarizzando il sistema neurovegetativo, il trattamento caratterizzato da massaggi linfatici consente di migliorare tutte le funzioni non volontarie dell’organismo; inoltre, il linfodrenaggio ha un effetto cicatrizzante, e aiuta a rimarginare ulcere e ferite in tempi brevi, specialmente in conseguenza di interventi chirurgici o traumi. Ma i vantaggi apportati da questi massaggi non si esauriscono qui: essi, infatti, permettono di aumentare la velocità di ricostruzione dei tessuti, eliminando gonfiori inestetici e spesso sintomatici di un disturbo; ancora, andando ad attivare cellule specifiche del sistema nervoso che inibiscono il dolore, provocano una sensazione di sollievo in situazioni di sofferenza.
Tra gli altri effetti dei massaggi linfatici vale la pena di segnalare l’innalzamento della qualità delle difese immunitarie: in altre parole, mediante questo trattamento è possibile accelerare la guarigione in caso di malattia, e diminuire il rischio di infezioni. Massaggi linfatici sono anche consigliati per tutti i soggetti che hanno disturbi di carattere ansioso, per chi fatica a prendere sonno e in generale per le persone che si trovano a fare i conti con una situazione di stress. Occorre precisare che la prescrizione medica, nel trattare patologie specifiche (per esempio esiti cicatriziali o edema conseguenti a un intervento chirurgico) deve essere personalizzata e specifica: nei casi più gravi, la frequenza deve essere quotidiana. Nei soggetti non patologici, invece, i cicli consigliati propongono sedute due o tre volte alla settimana, e poi, a seconda della natura del problema, sedute mensili (da due a quattro) come terapia di mantenimento.
L’ideatore della tecnica del massaggio linfatico, Emil Vodder, fu in grado di localizzare le sedi più importanti della circolazione della linfa nel collo, e si rese conto che, mediante il trattamento da lui inventato, i pazienti che soffrivano di affezioni croniche, con particolare riferimento alle vie respiratorie superiori, riuscivano a guarire gradualmente. A proposito di uno suo paziente della clinica di Cannes, per esempio, Vodder riuscì a guarire problemi ai muscoli della nuca e un ristagno cronico posizionato nelle mucose del naso: non a caso, proprio nelle cavità del naso si trovano numerosi vasi linfatici, che Vodder riuscì a liberare sgonfiando le ghiandole linfatiche.
L’intuizione di Vodder, dunque, è valida ancora oggi. In conclusione, segnaliamo che la pratica dei massaggi linfatici (o drenanti che dir si voglia) si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese: rimane importante, tuttavia, affidarsi unicamente a professionisti altamente qualificati, che, in collaborazione con un medico (cui spetta la diagnosi del problema e l’indicazione del trattamento da seguire) siano in grado di risolvere con professionalità tutte le patologie. La scelta di professionisti qualificati, naturalmente, vale anche nel caso in cui si ricorra ai massaggi linfatici non in presenza di una patologia reale, ma solo per curare qualche inestetismo di troppo sulla pelle, o semplicemente come modo per ritrovare serenità e pace interiore rilassandosi.

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